2023
Tutto è partito dalla storiella che David Foster Wallace racconta alla cerimonia di consegna dei diplomi al Kenyon College:
Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice:
 - Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?
 I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede:
 - ma cosa diavolo è l’acqua?
Ciò che mi ha colpito subito appena letta questa storiella è la sconcertante profondità che si cela dietro una domanda così apparentemente sciocca. Come fanno due pesci a non avere idea di cosa sia l’acqua? Eppure, come spiega anche Wallace nel suo discorso, ci sono tantissime cose nel quale noi siamo immersi e di cui non ci rendiamo conto, cose anche essenziali per la nostra stessa esistenza. 
La direzione del festival ha sentito l’esigenza di occuparsi del problema idrico che l’Italia e tutto il mondo stanno affrontando, anche in relazione alle sfide del cambiamento climatico e subito ho pensato al discorso di Wallace e a come potesse diventare il motto dell’edizione 2023 di 42Gradi.
Oltre il collegamento superficiale che c’è tra la domanda e gli intenti del festival, quello cioè di riflettere sull’acqua, la domanda è più profonda e diventa: in cosa siamo completamente immersi, qual è la sostanza grazie alla quale viviamo, di cui però a malapena ci accorgiamo?
Wallace parla della cultura, dell’essere umani, potrebbe essere l’aria, la solidarietà, la società, o tanto altro.
Che cos’è l’acqua, scelto come tagline del IV atto, perciò, non è una domanda che chiede di definire il liquido, H2O, mare, fiumi, laghi, pioggia come fenomeno fisico o ambientale, ma di interrogarci su cosa di vitale per noi in realtà ci sfugge totalmente. E qui perciò ritorna la questione ambientale: con la nostra lentezza, il torpore che ancora ci avvolge nell’affrontare un problema gravissimo, stiamo ignorando l’acqua intorno a noi, l’ambiente, il clima, e ci stiamo dirigendo verso un baratro ineluttabile. 
Ho voluto comunicare tutto ciò attraverso l’identità del festival attraverso una mascotte (si chiama Wallace) proprio il pesce che si fa la domanda di cui sopra. E per rappresentare la domanda, ho trasformato il punto interrogativo in amo, che inevitabilmente attira l’attenzione del pesce, che in ogni sua apparizione, ha lo sguardo fisso sul punto interrogativo. 42Gradi infatti oltre a essere il festival delle idee sostenibili, è anche quello delle domande bollenti, e porre le domande agli ospiti ma anche al pubblico, è molto più interessante che cercare di riversare nozioni e conoscenze.
Ce lo insegna un’altra ispirazione del festival, la Guida Galattica per gli Autostoppisti, che non a caso, fa del 42 la risposta perfetta:
- Quarantadue! Questo è tutto ciò che sai dire sul senso della vita dopo un lavoro di sette milioni di anni?
- Ho controllato approfonditamente – risponde il super computer Pensiero Profondo – e questa è sicuramente la risposta… Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda.
Nessuno sa quale sia la domanda, figurarsi la risposta. L’unico modo per andare avanti è continuare a chiederselo.


Alcuni degli ospiti in posa con Wallace, il pesce mascotte di questa edizione
Quest'anno mi sono occupato anche dei social e del sito di 42Gradi.
A destra un esempio di contenuti social.
2022
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